L'OSTEOPOROSI

L’osteoporosi è una condizione in cui le ossa perdono densità e diventano più fragili. È come se lo scheletro si svuotasse piano piano, diventando più leggero ma anche più a rischio di fratture.
Colpisce tutto il corpo, ma le sedi più a rischio sono colonna vertebrale, femore prossimale, polso e coste.
È chiamata “la ladra silenziosa” perché non dà sintomi finché non rompe qualcosa: può bastare uno starnuto o alzarsi dal letto in modo sbagliato per causare una frattura vertebrale in una persona a rischio!
Come si sviluppa?
Succede quando il corpo produce meno tessuto osseo del necessario, riassorbe più osso di quanto dovrebbe e n on assorbe abbastanza calcio e vitamina D.
Le cause principali sono invecchiamento, menopausa, inattività, dieta povera di calcio, alcuni farmaci (es. cortisonici) e fattori genetici.
Nella vita quotidiana
L’osteoporosi non fa male di per sé, ma aumenta il rischio di fratture anche con traumi minimi. Una caduta banale può causare la rottura del femore. Un movimento torsionale può causare una frattura vertebrale. Spesso i pazienti si accorgono di averla solo dopo una frattura.
La Riabilitazione Neurocognitiva:
rientra, in caso di osteoporosi, come approccio terapeutico sia a scopo preventivo che riabilitativo.
Preventivo in quanto,essendo una condizione patologica fisiologicamente collegata all' avanzare dell' età, molto spesso è associata anche ad una forma più o meno grave di sarcopenia ( riduzione della massa muscolare). La riduzione della massa muscolare,non deve essere interpretata e gestita dalla fisioterapia solo come " mancanza di forza, ma più correttamente deve essere interpretata e gestita come una alterata informativitá del muscolo nei confronti del Sistema Nervoso,che ha bisogno di informazioni chiare dal corpo per poterlo organizzare al meglio durante le azioni.
I muscoli infatti sono in continuo scambio informativo con il cervello ed è proprio questo " equilibrio" di informazioni che permette una motricità sana e lontana da rischi!
Nel momento in cui vengono meno la qualità e la quantità di informazioni inviate al cervello dai muscoli l' organizzazione motoria inizia a divenire pian piano patologica fino a portare la persona all'immobilità.
L' approccio Neurocognitivo lavora sul ripristino della capacità informativa dei muscoli, interrompendo la folle corsa verso la situazione patologica.
Ma la Riabilitazione Neurocognitiva può giocare un ruolo fondamentale anche nei casi in cui, purtroppo, l'osteoporosi ha già causato danni allo scheletro, ossia si ha la condizione di frattura.
In questo caso andando a lavorare sulla riorganizzazione motoria ottimale,sempre attraverso il reintegro dell' unità corpo/cervello,la Riabilitazione Neurocognitiva guida il paziente in un percorso di recupero volto a conquistare al meglio le funzioni compromesse,inducendo il minor grado di disabilità finale.
Curiosità scientifica
più del 25% delle donne sopra i 65 anni ha una forma clinicamente rilevante di osteoporosi, anche senza saperlo! Un paziente con una frattura da fragilità ha un rischio 2-4 volte maggiore di avere una seconda frattura nei successivi anni.
Ecco perché oggi si parla di "frattura sentinella" come segnale per avviare diagnosi e trattamento!
Conclusione
L’osteoporosi non è un destino inevitabile: si può prevenire, rallentare e trattare. Basta prendersi cura delle proprie ossa prima
Che sia troppo tardi!!